Bambini con le spine by Jesper Juul

Bambini con le spine by Jesper Juul

autore:Jesper Juul [Juul, Jesper]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2015-09-22T22:00:00+00:00


Come collaborano i bambini

Nella vita di un bambino, a volte, il comportamento aggressivo ha una duplice origine: la prima è il non sentirsi più di alcun valore, la seconda il comportamento dei suoi modelli di riferimento. Fino a oggi la scienza si è interessata esclusivamente della seconda causa, sulla quale si sono compiuti studi approfonditi, miranti per lo più ad accertare se tali bambini fossero cresciuti con un padre violento. L’ipotesi da verificare era se i bambini (maschi) sottoposti a violenza all’interno della famiglia diventassero a loro volta adulti aggressivi e violenti. Quasi tutti gli studi di questo tipo sono giunti alla conclusione che l’ipotesi risulta avvalorata per il 48-54 per cento dei bambini testati. Crescere con genitori violenti, quindi, non porterebbe per forza i figli ad assumere lo stesso atteggiamento una volta cresciuti. Gli scienziati che hanno seguito queste ricerche sembrano avere due caratteristiche in comune: non sono interessati a bambini e adolescenti, né consapevoli del fatto che essi hanno a disposizione due possibilità per collaborare e adattarsi a quanto accade in famiglia.

Volendo spiegare in parole semplici il fenomeno che io amo definire collaborazione , possiamo affermare che i bambini “copiano” sia l’atteggiamento interiore sia quello esteriore dei genitori. In genere imitano più il padre o la madre, in base al rapporto che hanno con loro. Per farcene un’idea, immaginiamo di fotocopiare un documento. Sappiamo bene di poter scegliere se copiare solo la pagina davanti o fare un fronte-retro. Circa la metà dei bambini decide per una singola facciata – un rapporto uno-a-uno; l’altra metà “copia” anche il retro. Recentemente i neuroscienziati hanno scoperto cos’è che permette di fare le copie uno-a-uno: sono i neuroni specchio. Speriamo che presto riescano anche a spiegarci come avviene la copia della seconda pagina.

La collaborazione differenziata è un fenomeno che si instaura fin dalla nascita e non è assolutamente riconducibile a una decisione consapevole da parte del bambino. Collaborano in modo differente anche i fratelli nati da stessi genitori: ognuno alla propria maniera. Così si spiega la statistica da me prima citata. In una famiglia in cui sfuriate e violenza sono all’ordine del giorno, un bambino (soprattutto se maschio) tenderà a rappresentare la semplice copia “uno-a-uno” e ad assumere un comportamento distruttivo, aggressivo. L’altro figlio si comporterà in modo altrettanto aggressivo, ma nel suo caso tenderà a interiorizzare l’aggressività, dirigendola verso se stesso. Gli studi sopra citati non prendono in considerazione questo aspetto autodistruttivo, o comunque non lo definiscono violenza “reale”.

Da questo si deduce che l’aggressività, indipendentemente da quale delle due fonti abbia origine, porta a omicidio o suicidio quando i bambini non vengono “visti” nel loro contesto emotivo ed esistenziale, ma solo osservati e rimproverati. In altre parole: quando il loro invito viene ignorato e non accettato.

Entrambe le modalità infantili di gestire l’aggressività, la violenza e l’abuso, portano la società a confrontarsi con una questione etica impellente: com’è possibile condannare i bambini che sfogano l’aggressività e dimostrare invece di apprezzare così tanto quelli che “mandano giù tutto”?

In una civiltà un po’ più



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